Curiamo l'indifferenza!

 A 15 anni hai la vita davanti, la gioia nel cuore e la speranza negli occhi... e allora come può un ragazzo di 15 anni, decidere di farla finita? Viviamo in un mondo in cui, se non sei performante, se non incarni un prototipo, è difficile sopravvivere, soprattutto se chi ti sta intorno inizia a deriderti, a bullizzarti, perché la realtà è che il bullismo esiste, e non  si tratta dir"agazzatae". Non continuiamo a giustificare i nostri figli, insegnamogli invece il senso del rispetto dell'altro, a volte siamo noi genitori, per primi, a dare giudizi sui compagni dei nostri figli, anche involontariamente, anche quando ci esce quel "eh bruttina cmq". Noi adulti siamo capaci, almeno spero, di filtrare ciò che diciamo, ma un ragazzo no, ancora di quegli strumenti di filtraggio, non ne è provvisto, e ciò che è accaduto a Paolo, 15 anni di Latina, ne è la conferma. Quale ragazzino di 15 anni, oggi, conosce "Nino D'Angelo", è sempre un adulto ad aver fatto quel paragone, che agli occhi dei ragazzi potrà essere risultato simpatico. Il bullismo esiste, eppure qualcosa possiamo fare. Iniziamo parlando con i nostri figli, senza delegare la scuola, che viene sempre vista come la responsabile di quelle crudeltà gratuite che subiscono, è vero passano una parte del loro tempo lì,  e probabilmente in quelle ore accade sempre qualcosa, ma il resto del giorno? Iniziamo da noi, per poi scavare a fondo nel mondo che circonda i nostri figli, dove se hai qualche chiletto in più diventi "bombolo", se hai degli interessi diversi dalla massa, diventi un "disagiato". 

 Martin Luther King diceva:

"Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l'indifferenza dei buoni".

Paolo ha attraversato questa indifferenza, e adesso un uomo ed una donna piangono la morte di un figlio, e a poco servono le ispezioni all'interno della scuola, a poco serve chiedersi "chi è stato?". 


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