Il Cammino che Cura!

Immagino la mia vita come una lunga strada, sterrata, dritta, ombreggiata da alti pini, con tante buche lungo il cammino, e tante panchine in pietra, su cui riposare ogni tanto, con una fontanella a lato. Un cammino lungo, tortuoso ma allo stesso tempo piacevole da percorrere, con la brezza che accarezza le braccia. 

Ci vogliono scarpe comode per poterla percorrere, che si adattino perfettamente al piede, un po' come la nostra mente si adatta alle vicissitudini quotidiane, ai dolori, alle perdite, alle gioie.

 Oggi ho camminato tanto, sono partita da Pineta Sacchetti, per arrivare fino al Monte Ciocci, su questa pista ciclopedonale che attraversa parte della città. Mi avevano parlato della bellezza di questo posto, non ho resistito, sono partita e via... ovviamente non avevo preso in considerazione due o tre cosine, il fatto che sto facendo la radio e quindi mi stanco facilmente, il fatto che qui a Roma fa un caldo bestiale, il fatto che all'andata erano 3,6 km, e quindi anche al ritorno sarebbe stato uguale. Ma purtroppo ho un vizio bruttissimo: l'incoscienza... 

Le gambe ad un tratto mi parlavano, dicevano: "ma ti voi firma?", ma la loro voce era sovrastata da quella della mente che diceva:


"Uh guarda che bello..."

Anni fa, in tempi non sospetti, quando ancora fare il Cammino di Santiago non era una moda, mi allenai 6 mesi per farlo, e ad una cara amica che mi chiese se davvero l'avrei fatto, risposi "Guarda solo se resto incinta non vado", bhe quell'estate scoprii di aspettare Francesca, e quale Cammino vulia i a fa? Però da quel momento in poi, iniziai a camminare sempre, e chi mi conosce sa che se non avessi avuto questa grande voglia di camminare, il periodo del lockdown sarei impazzita. Quanto ho camminato nei boschi dietro casa, in quei mesi camminare mi faceva sentire viva, ancorata ancora alla realtà, perché calpestare la terra mi dava la sensazione che nulla fosse cambiato, nonostante le chiusure, le mascherine etc. Questo pomeriggio ho riprovato quella sensazione, ho camminato, ho ascoltato i suoni della natura, i miei pensieri. È stato fantastico... Certo, adesso sto scrivendo questo post stesa sul letto, con tutto l'acido lattico che cerca di mandarmi segnali di fumo, per comunicarmi il suo "E fattu mo, non ti permetti chiù", e consapevole che domattina per alzarmi, parafrasando Daniele Silvestri, mi ci vorrà un "argano a motore"... ma vuoi mettere, ho visto Roma come non l'avevo mai vista!!!!

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'arancione che Cura...

Roma che "Cura"!

Il sorriso di Anna...