La Disabilità che Cura...
Riflessioni semiserie di una docente di sostegno
Oggi è la Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità.
Sì, un’altra giornata mondiale.
Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom di ricorrenze internazionali: la giornata della pizza, del gatto, degli abbracci, del sonno, delle api, del gelato, della gentilezza…
In questo mare di “giornate”, quella dedicata alla disabilità rischia quasi di essere percepita come una voce in più sul calendario.
E invece no: questa ha un peso diverso.
Lo capisci quando ogni mattina entri in classe, appoggi la borsa, e prima ancora di toglierti il cappotto ti arriva un sorriso che ti ricorda perché fai questo lavoro.
Lo capisci quando un ragazzo, oggi, riesce a fare quello che ieri sembrava impossibile.
Lo capisci quando un genitore ti dice: “Grazie, perché qui mio figlio è davvero visto”.
E allora sì, oggi celebriamo la giornata della disabilità.
Ma, lo dico sinceramente: per me questa giornata è tutti i giorni.
Vivo sulla mia pelle, e sulla mia cattedra, la definizione dell’ICF:
"la disabilità non è un “problema della persona”, ma il risultato dell’interazione tra individuo e ambiente."
E io quell’ambiente lo vedo, lo respiro, ci inciampo sopra tutti i santi giorni.
A volte è un’aula troppo rumorosa, a volte una scala senza rampa, a volte un pregiudizio più duro del banco di legno.
A volte, invece, è un compagno che tende una mano, un collega che capisce al volo, un dirigente che sa ascoltare.
E in quei momenti l’ambiente diventa davvero inclusivo, e la differenza si vede, si sente, si tocca.
La verità è che non ci servirebbe una giornata della disabilità se imparassimo — una buona volta — a guardare le persone, tutte, ogni giorno.
Ma siccome siamo umani, e la memoria corta è una caratteristica più diffusa del raffreddore stagionale… ben vengano anche le ricorrenze.
Ci ricordano che c’è ancora strada da fare.
E, se proprio vogliamo essere sinceri, ci offrono anche l’occasione per fermarci, respirare, e raccontare quello che spesso nella corsa quotidiana si perde.
Oggi celebriamo la diversità, sì.
Ma celebriamo anche la tenacia, la dolcezza spiazzante, la fatica invisibile, la creatività fuori schema, la forza di chi affronta battaglie che non sempre vediamo.
Celebriamo Genitori, Educatrici e Educatori, Terapisti, Medici, docenti di sostegno, che fanno punto, croce e a volte pure uncinetto con i piani educativi, gli incontri, le emergenze, le strategie creative e i miracoli dell’ultimo minuto.
Posso dire, senza retorica che sono loro, a volte, a sostenere noi, molto più spesso di quanto si creda.
Sono loro a insegnarci che la normalità non esiste, che i limiti sono elastici, che il tempo ha ritmi diversi, che una conquista è una conquista anche se piccola, anche se lenta, anche se imprevista.
E allora, sì: oggi è la Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità.
È importante ricordarlo, celebrarlo, parlarne.
Ma la verità più autentica è un’altra:
l’inclusione vera non si celebra. Si pratica. Ogni singolo giorno.
E quando finalmente, dopo tutti questi mesi di stop obbligatorio, rientrerò in classe, sarà di nuovo festa.

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