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La Disabilità che Cura...

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Riflessioni semiserie di una docente di sostegno Oggi è la Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità . Sì, un’altra giornata mondiale. Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom di ricorrenze internazionali: la giornata della pizza, del gatto, degli abbracci, del sonno, delle api, del gelato, della gentilezza… In questo mare di “giornate”, quella dedicata alla disabilità rischia quasi di essere percepita come una voce in più sul calendario. E invece no: questa ha un peso diverso. Lo capisci quando ogni mattina entri in classe, appoggi la borsa, e prima ancora di toglierti il cappotto ti arriva un sorriso che ti ricorda perché fai questo lavoro. Lo capisci quando un ragazzo, oggi, riesce a fare quello che ieri sembrava impossibile. Lo capisci quando un genitore ti dice: “Grazie, perché qui mio figlio è davvero visto”. E allora sì, oggi celebriamo la giornata della disabilità. Ma, lo dico sinceramente: per me questa giornata è tutti i giorni . Vivo sulla mia pel...

L'arancione che Cura...

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 Non ho mai amato più di tanto l'arancione... sarà perché non mi sta bene come tonalità,  o semplicemente perché l'ho sempre visto come un colore un pochino "scemo", né rosso, né giallo, eppure l'unione dei colori primari mi piace...  Ops, sto divagando, ricominciamo: Non ho mai amato più di tanto l'arancione, ora meno che meno. Chi ha fatto radioterapia al Gemelli, sa che la sala E e la Sala D, si raggiungono attraverso un corridoio il cui percorso, è segnalato in arancione... un mese fa, ho percorso per la prima volta quel tragitto, e ho pensato "mamma quanto arancione "... adesso sono qui, nella sala d'attesa, ad aspettare la mia ultima seduta di radioterapia. 25 sedute, 1 mese lontano da casa, centinaia di persone conosciute. Il primo giorno ero seduta accanto ad una signora, visibilmente affaticata, io, completamente inconsapevole di quello che sarebbe stato il mio iter, ero tutta sorridente, ad un tratto mi guarda e fa "A Signo, a che ...

Il sorriso di Anna...

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   Ci sono persone che entrano nella nostra vita per caso, a volte nei momenti peggiori, quelli in cui sei in un letto di ospedale, in una calda estate, con il Ferragosto alle porte.  Anna , è stata una di quelle persone... sguardo azzurro cielo, occhi grandi e luminosi, con all'interno quella scintilla che ti tiene ancorata alla vita, la voglia di continuare a lottare, per se stessa, e per chi ti sta intorno.  In quei venti giorni di ospedale,  ci siamo fatte compagnia, ci siamo ritrovate a condividere febbre alta, dottori, infermieri, oss , insomma un micromondo, in cui la nostra stanza diventava un ritrovo.  Le persone a lei care, sono diventate parte integrante di quella routine improbabile, che si crea all'interno di un ospedale, ogni giorno persone nuove, che avevano la capacità di portare nella stanza una sferzata di allegria. Anna ha sopportato tutti i miei lamenti, i miei scleri, le mie interminabili telefonate, e ogni volta che una di noi due anda...

Il Cammino che Cura!

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Immagino la mia vita come una lunga strada, sterrata, dritta, ombreggiata da alti pini, con tante buche lungo il cammino, e tante panchine in pietra, su cui riposare ogni tanto, con una fontanella a lato. Un cammino lungo, tortuoso ma allo stesso tempo piacevole da percorrere, con la brezza che accarezza le braccia.  Ci vogliono scarpe comode per poterla percorrere, che si adattino perfettamente al piede, un po' come la nostra mente si adatta alle vicissitudini quotidiane, ai dolori, alle perdite, alle gioie.  Oggi ho camminato tanto, sono partita da Pineta Sacchetti, per arrivare fino al Monte Ciocci, su questa pista ciclopedonale che attraversa parte della città. Mi avevano parlato della bellezza di questo posto, non ho resistito, sono partita e via... ovviamente non avevo preso in considerazione due o tre cosine, il fatto che sto facendo la radio e quindi mi stanco facilmente, il fatto che qui a Roma fa un caldo bestiale, il fatto che all'andata erano 3,6 km, e quindi anche...

Decluttering che "Cura"

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 C'è, solitamente, un momento, nella vita di ognuno di noi, in cui ci si rende conto di essere in affanno, di essere arrivati al punto massimo di saturazione.  Quel momento in cui la mente, il corpo, non riesce a contenere nient'altro, di esaurimento (sia in senso letterale che metaforico). È in quel momento che vorresti scappare, vorresti trovare la forza di dire " Mo basta eh ".  Ma perchè si arriva a quel punto di saturazione? In una società in cui devi apparire sempre performante, dinamico, è logico che si cerchi di dare e di essere il massimo, un po' per accrescere il nostro ego, un po' perchè mettersi in competizione con l'altro è una prerogativa di molti.  Cercare di apparire ciò che non si è, dare un'immagine distorta di se stessi, un'immagine che pensiamo possa farci apparire agli occhi della società, belli, felici, sorridenti, intelligenti, caritatevoli, insomma tutto ciò che a volte non pensiamo nemmeno noi stessi, guardandoci allo specc...

"Sumud" che Cura!

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 Ma vi siete chiesti cosa significa la parola "sumud"? Insomma, sono settimane, che leggiamo sui social questa parola, associata alla Global Flotilla, ma realmente abbiamo capito cosa significa, da dove deriva?  "Sumud" è una parola araba, significa  resistenza, resilienza, perseveranza e fermezza di fronte alle avversità.  Non una resistenza armata, ma pacifica, un andare incontro alle avversità della vita avendo la capacità di affrontare e superare qualsiasi avvenimento traumatico si presenti lungo il nostro cammino. Quello che da ieri sera sta accadendo nelle acque "internazionli' ,davanti al lembo di terra di Gaza, è questo, continuare a portare avanti un'idea, un aiuto, nonostante l'abbordaggio Israeliano, e nonostante i tentativi di bloccare questa missione umanitaria.Si perché di questo si tratta, le persone su quelle barche stanno facendo ciò che "umanamente" andrebbe fatto.Fa quasi ribrezzo ascoltare queste disquisizioni su quanto...

Roma che "Cura"!

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 Roma Caput Mundi... da ormai 6 mesi, la mia vita è stato un continuo salire a Roma, scendere a Maratea, risalire a Roma, riscendere a Maratea, per poi stabilirmi per un mese nella Capitale.  Fittare casa a Roma è stata un'epopea, quale anno migliore per curare un cancro se non l'anno del Giubileo? L'anno in cui gli affitti sono improvvisamente saliti alle stelle. Eppure alla fine una soluzione si trova sempre, ed improvvisamente ti sembra di essere tornata agli anni dell'università, quelli in cui sei lontano da casa per settimane, con alcune piccole differenze ovviamente: - in casa sei sola, nessun coinquilino greco (Dimitrios si chiamava il mio a Salerno), nessuna coinquilina antipatica ( fidanzata di Dimitrios e una grande rompi), ma nemmeno coinquiline dolci ed amorevoli pronte a farti una camomilla se stai male. - Non aspetti che arrivi il momento di andare a lezione, ma quello di andare a fare terapia.  - Le telefonate che fai e che ricevi non sono più di tua mamm...